Mescolare argille di colori diversi può creare straordinari effetti decorativi. A seconda di come le argille vengono sovrapposte e lavorate, le decorazioni che ne derivano possono essere imprevedibili e sorprendenti oppure predisposte in modo preciso e calcolato.
I ceramisti usano indifferentemente le parole “neriage”, “nerikomi” e “agateware” per definire questo genere di lavorazione, e la diversa etimologia dei vocaboli ne rivela alcune caratteristiche.
Neriage è una parola di origine giapponese, composta dalla radice neri che significa “mescolare” e dalla radice age che significa “tirare su”. Quest’ultima accezione si riferisce all’azione di innalzamento dell’argilla che avviene durante la lavorazione al tornio.
Nerikomi è di origine giapponese. In questo caso, alla radice neri si unisce la radice komi, che significa “schiacciare dentro” e si riferisce all’azione di premere una lastra di argilla dentro una forma o uno stampo. Nerikomi dunque si riferisce alla lavorazione a mano degli strati di argilla, che consente un controllo molto più accurato dell’effetto finale.
La tecnica più diffusa per la lavorazione a mano consiste nella stesura di varie lastre di argilla di colori diversi che vengono unite tramite sovrapposizione o arrotolamento.
Il termine “agateware” compare invece in Inghilterra nel XVII secolo, e si riferisce all’aspetto variegato e stratificato dell’agata.
19 Febbraio 2016
FANY